Cause e conseguenze del conflitto russo-ucraino

Cause e conseguenze del conflitto russo-ucraino

Il conflitto Russia – Ucraina nasce dalla pretesa espansionistica di Putin e dall’esigenza di una indipendenza territoriale e politica dell’Ucraina dalla Russia. Per Putin l’Ucraina non ha mai avuto bisogno di un’indipendenza perché ha sempre fatto parte della Russia. Da trent’anni fino ad oggi l’Ucraina ha avuto una successione di governi, alternativamente filorussi e filoeuropei. L’esigenza di stringere rapporti con l’UE si è manifestata con la Rivoluzione Arancione avvenuta all’indomani delle elezioni presidenziali del 2004, e con la rivolta di Maidan nel 2013. A quel punto milizie armate e ispirate da Mosca proclamarono due repubbliche filorusse nelle regioni di Donetsk e Lugansk, conosciute come l’area mineraria del Donbass, costituita dalla parte orientale dell’Ucraina confinante con la Russia e in cui la maggior parte della popolazione è di lingua russa e l’esercito russo occupò la penisola della Crimea, sul mar Nero, più tardi annessa formalmente alla Russia. Da allora nel Donbass va avanti una guerra fino a questo momento. Putin ha riconosciuto le repubbliche di Donetsk e Lugansk, inviando anche lì truppe russe e di fatto annettendole alla Russia. Putin in un suo discorso afferma: “Circostanze richiedono un’azione decisa e immediata. Le Repubbliche Popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto. A questo proposito, ai sensi dell’articolo 51, parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione e in virtù dei trattati di amicizia ratificati dall’Assemblea Federale e di mutua assistenza con la DNR e LNR, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale” , mascherando tutto sotto la forma di una operazione militare speciale in aiuto ai territori del Donbass, ha intrapreso in realtà una vera e propria guerra di aggressione nei confronti di tutta l’Ucraina.

L’annessione della Crimea con l’uso della forza

Nei primi mesi del 2014, la Russia ha invaso la penisola della Crimea. Con questa aggressione venne subito violata la proibizione dell’uso della forza sancita all’articolo 2 paragrafo 4 della Carta delle Nazioni Unite. Lo stato russo ha poi organizzato un referendum, ritenuto illegittimo dal governo ucraino, sulla base del quale la regione è stata annessa alla Federazione Russa. Per il diritto internazionale, l’annessione di un territorio non può avvenire tramite l’impiego della forza ed è quindi legale solo se rispetta le norme costituzionali dello stato di appartenenza. Poiché l’Ucraina non ha autorizzato il referendum, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite lo ha dichiarato illegittimo e ha condannato la violazione della sua sovranità territoriale.

Le sanzioni dell’UE

Dal riconoscimento russo delle zone non controllate dal governo delle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk e dall’inizio dell’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina, l’UE ha reagito adottando una serie di misure restrittive, il 23 febbraio 2022 ha quindi adottato un primo pacchetto di misure comprendente:

-misure restrittive mirate;

-restrizioni alle relazioni economiche con le zone non controllate dal governo delle regioni di Donetsk e Luhansk;

-restrizioni finanziarie.

Il 25 febbraio 2022 l’UE ha adottato un secondo pacchetto di misure comprendente:           

– sanzioni individuali nei confronti di Vladimir Putin, Sergey Lavrov e dei membri della Duma di Stato russa: sanzioni economiche.

Il 28 febbraio e il 2 marzo 2022 l’UE ha adottato un terzo pacchetto di misure comprendente:

-l’invio di attrezzature e forniture alle forze armate ucraine attraverso lo strumento europeo per la pace;

-un divieto di sorvolo dello spazio aereo dell’UE e di accesso agli aeroporti dell’UE da parte di vettori russi di ogni tipo;

-un divieto di effettuare operazioni con la Banca centrale russa;

-il blocco dell’accesso a SWIFT per sette banche russe;

-la sospensione delle trasmissioni nell’UE dei media statali Russia Today e Sputnik;

-sanzioni individuali ed economiche nei confronti della Bielorussia.

Il 9 marzo 2022 l’UE ha adottato nuove misure, tra cui:

-il blocco dell’accesso a SWIFT per tre banche bielorusse;

-il divieto di operazioni con la Banca centrale della Bielorussia;

-limiti ai flussi finanziari dalla Bielorussia verso l’UE;

-il divieto di fornire banconote denominate in euro alla Bielorussia;

-restrizioni all’esportazione di tecnologie di navigazione marittima e di radiocomunicazione verso la Russia;

-sanzioni nei confronti di altre 160 persone.

Autori

error: Il contenuto non è selezionabile.